NOVAK DJOKOVIC, L'ANTIPATICO

Cominciamo così: NOVAK SEI ANTIPATICO.
Quante volte abbiamo letto queste parole? Quanti articoli sono stati dedicati al suo carattere non sempre accettato ed amato?
Tuttavia, ci siamo mai fatti la domanda: è Novak ad essere davvero antipatico o siamo noi ad aver bisogno di una figura di quel tipo per idolatrare ancora di più i nostri favoriti?
Facciamo una piccola premessa.
Il tennis è uno sport sincero dove il colpo di fortuna e l’evento straordinario non pregiudicano l’andamento di una partita. È sicuramente uno tra gli sport dove vince il più meritevole, il più forte ed il più intelligente. Eh sì, intelligente, perché puoi vincere una partita di calcio con una punizione tirata in maniera talentuosa o un episodio particolare e rocambolesco, ma nel tennis questi assi nella manica possono valere nient’altro che un 15 e Djokovic questo lo sa, eccome se lo sa.
Senza dilungarci troppo e senza entrare in argomenti difficili da spiegare, ragionare e capire come ad esempio lo studio della psicologia e dei comportamenti del tennista (mondo molto affascinante ma pieno di insidie), è indiscussa la capacità del giocatore serbo nell'essere in grado di cambiare più volte l’inerzia della partita in suo favore, riuscendo quasi sempre ad ammaestrare l’avversario portando a casa la vittoria.
D’altra parte, dopo 17 Slam vinti, 79 titoli, 5 ATP Finals, una medaglia d’oro ai giochi olimpici e svariate settimane da numero uno al mondo come si fa a non riconoscergli di essere uno dei migliori tennisti della storia del tennis (e sicuramente anche della storia futura)?
Bene, lo dico io per tutti:
NOVAK SEI UN MOSTRO.
Spero non ci siano dubbi a riguardo.
Nonostante tutto, io continuo a leggere NOVAK SEI ANTIPATICO.
Davanti alla sua carriera invidiabile da recordman assoluto, le persone continuano a preferire l’immagine di una persona poco simpatica, arrogante e che non merita rispetto; forse perché i tifosi non sopportano un “terzo incomodo” nell'eterna sfida tra Roger e Rafa, oppure per alcune dichiarazioni lasciate da Nole ai giornalisti, o forse per i numerosi Medical Time Out chiamati durante gli incontri e per il suo modo di festeggiare plateale dopo i match vinti. Non ci è dato sapere, ma è evidente che i tifosi di tutto il mondo si vedano quasi sempre schierati con l’avversario di turno inviando dagli spalti frasi spiacevoli e fischi che infastidiscono il serbo compromettendone a volte il suo rendimento.

"La sua ossessione è quella di piacere alla gente come Roger Federer, ma non riesce. Motivo per cui il suo comportamento è imbarazzante.
Poi tecnicamente parlando è un campione assoluto".
Non le manda certo a dire Nick Kyrgios che però questa volta trova l’appoggio di tanti.
Cercando di analizzare più a fondo il tema, però, mi torna in mente un particolare di una decina di anni fa.
Era un torneo di quarta categoria e giocavo contro un ragazzo più giovane di me, avrà avuto all'incirca 14 anni. Vinsi il primo set in modo agevole 62; semplicemente mi limitavo ad aspettare il suo errore che arrivava puntuale dopo un paio di palleggi. All'inizio del secondo set la storia si ripeteva, fino all'arrivo del padre del giovane che disse al primo cambio campo: "ma come fai a perdere con uno così? Fallo correre, è sovrappeso, non tiene lo scambio". Non furono esattamente queste le parole, ma poco importa. Persi il secondo ed il terzo set 63 60. Non persi per il fiato corto o per la stanchezza fisica e nemmeno perché ero più debole, ma per quelle parole che pesanti come macigni risuonavano nella mia testa e mi fecero perdere la tranquillità in campo.
Vi racconto questo aneddoto solo per lanciare questa provocazione: l’antipatia di Djokovic nasce dalla sua tribuna.
· “The King is dead”, queste le parole di mamma Novak dopo che il figlio vinse contro Federer nella semifinale del Gran Slam australiano nel 2008;
· “Be quiet!”, la frase perentoria di Roger che rivolse al polemico angolo di Nole davanti ad una chiamata sbagliata del giudice di linea a Monte Carlo. Federer guardò il segno, lo pulì con la suola della scarpa, lanciò un'occhiataccia al corner Djokovic e diede il punto al serbo.
Ed ecco il padre Srdjan che negli ultimi anni non se ne è fatta mancare una:
· Roger ha cercato di screditare in tutti i modi mio figlio, solo perché aveva capito che Novak era il suo successore”; nella stessa intervista fu capace non solo di inimicarsi tutti i fans dello svizzero, ma fece di meglio con la frase: “Rafa era il suo migliore amico, finché non ha iniziato a vincere. Quando le cose sono cambiate, la loro amicizia si è interrotta. Non è un comportamento sportivo”.
· "Il sette volte campione dell’Australian Open gioca sul campo centrale dove non ha mai perso la finale, contro un austriaco e tifano per l’austriaco. Pensa che mancanza di rispetto. Ma è così a Londra, a New York, a Parigi, a Madrid, è così … È uno sport di gente ricca e non riescono a capire come sia possibile che qualcuno che arriva dalla piccola e povera Serbia sia il migliore al mondo da 10 anni";
· "Nessuno nella storia dello sport accetta le sconfitte come mio figlio. Quando lui perde si congratula con loro e gli dice 'Bravo, sei stato meglio di me' ".
Queste dichiarazioni ed episodi hanno sicuramente fatto alzare l’asticella di odio che i tifosi provano verso il numero uno al mondo che da sempre ha dovuto battere non solo i suoi avversari ma anche il pubblico stesso.
Lo scorso novembre ero alla North Greenwich O2 Arena per le ATP FINALS e ho assistito al match Thiem vs Djokovic vinto dall'austriaco 67 63 76. Un match veramente incredibile, con tanti colpi di scena e un tie break sul terzo set che sembrava essere la ciliegina sulla torta. Unica nota negativa? Il pubblico. Non sono qui certo a dire che Novak abbia perso quel match per le numerose frasi infelici che dopo ogni punto gli venivano rifilate dagli spalti, ma ricordo di essere uscito dall'arena meravigliato, sorpreso, con un senso di colpa e l’amaro in bocca.

Vi lascio, quindi, con questa domanda sicuro di trovare in voi le risposte che cerco.
Mettiamo che sia vero: Djokovic è antipatico. Ma non è che noi tifosi stiamo un po’ esagerando con lui?